domenica 18 dicembre 2016

STEP 23 - UN COLORE "SELVAGGIO"

 

Nella cultura aborigena gli individui erano fortemente legati alla terra e al proprio clan i cui antenati, ossia i Great Ancestors Creative Beings, potevano mostrarsi come uomini oppure come metà uomini e metà animali.
A seconda della discendenza ogni clan aveva un proprio Dreaming Place e specifiche regole sulle cerimonie, i matrimoni e l'organizzazione sociale. L'arte rupestre e le pitture sul corpo rappresentano bene il legame con la terra. I pigmenti usati per i dipinti rupestri erano gli stessi per la pittura sul corpo.
Il disegno più comune sono gli stampi di mani umane che rappresentavano la proprietà di un luogo e andavano a testimoniare il passaggio di un membro del clan dal luogo sacro.


Pitture e decorazioni, elaborate ed accurate, venivano fatte sul corpo dei danzatori come parte integrale delle cerimonie, usando colori come il rosso, il nero, il bianco e il giallo ricavati dall’ocra, da vari minerali e dal carbone: tutti colori naturali tra cui erano presenti anche svariate tonalità del giallo sabbia. I danzatori avevano anche decorazioni ricavate da semi, foglie e conchiglie. 
Nelle aree desertiche la gente si dipingeva con linee e cerchi: le linee rappresentavano le piste seguite dagli Ancestors nelle storie, mentre i cerchi rappresentavano particolari luoghi collegati alla storie. Gli Aborigeni partecipavano a riti dove venivano recitate le gesta degli Ancestors del Dreamtime e si entrava nella vita e nelle attività di questi Esseri, recitando in maniera realistica i personaggi degli Ancestors. Le pitture sul corpo simboleggiavano la trasformazione degli umani in Ancestors.

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